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CAPITOLO 2
IL BTB E LA DISINTERMEDIAZIONE NELL’E-BUSINESS
2.3.Caratterizzazione dell’attività di infomediazione
Le funzioni svolte dall’infomediario nel BTB, si riferiscono ovviamente allo
scambio di informazioni tra aziende, sotto due punti di vista: l’aggregazione e
lo scambio puro. L’aggregazione si verifica nel momento in cui l’infomediario,
costruisce una "bacheca elettronica¹" ove si possono effettuare transazioni
digitali a prezzo fisso, generalmente a favore di una controparte che si presenta
in modo frammentato e priva di potere contrattuale.
Nello scambio puro invece, l’attività dell’infomediario concerne
essenzialmente la creazione di uno spazio virtuale sul quale ospitare le
transazioni, oltre ad un’offerta di servizi complementari, a partire dalla
connettività in rete, al network logistico, alle possibilità di organizzare o anche
concedere un finanziamento alle imprese acquirenti, alla sicurezza nei sistemi
di pagamento, alle informazioni di mercato, ma soprattutto nella tutela dei dati
aziendali, siano essi strategici o meno. La funzione di aggregazione, porta
vantaggi soprattutto nei mercati in cui vi è la presenza di asimmetrie di tipo
informativo, causata dalle differenti dimensioni tra la parte acquirente,
solitamente frammentata, e quella fornitrice, concentrata e di maggiori
dimensioni.
Il perfetto infomediario gestisce interamente un mercato, comprensivo di
venditori, acquirenti e reciproche interazioni, offrendo vantaggi a chi compra
(risparmi in termini di tempo e denaro, riservatezza, riduzione dei rischi, in
quanto lo stesso infomediario effettua una preselezione delle aziende, eccetera)
e a chi vende, in quanto fornisce alle aziende il bene più prezioso della rete:
l’informazione.
L'infomediario inoltre, è responsabile della creazione del valore digitale sia per
i venditori, i cui contenuti sono rappresentati da informazioni sulle imprese
clienti, sulle loro preferenze e criteri di scelta negli acquisti, nonché creare
valore aggiunto per le imprese acquirenti, con una ricerca sulle strutture di
vendita che meglio soddisfino le loro esigenze, informazioni sugli assortimenti,
qualità e descrizione dei prodotti, servizi pre e post-vendita e condizioni di
pagamento.
Emergono così, nuovi servizi aggregati per venditori ed acquirenti dove, i
nuovi mediatori, possono ricevere commissioni dai primi, commisurate
direttamente al volume del fatturato ovvero con quote fisse derivanti ad
esempio dagli introiti per gli spazi pubblicitari, ma in ogni caso, hanno diritto a
parte degli introiti.
Come per i portali, anche gli infomediari, si distinguono in verticali,
specializzati in un determinato settore, stretto e ben definito, come accade per il
settore chimico, farmaceutico, tessile, calzaturiero, edile, automobilistico, ecc.,
ovvero quelli orizzontali, che si offrono alle imprese con un servizio a tutto
campo.
L’attività dell’infomediario poi, potrà assumere una duplice veste, servire gli
interessi dei buyers, bersagliando le potenziali imprese clienti con attività di
direct marketing del tipo one to one, posta elettronica, banner appositamente
studiati sulla base del profilo dell’azienda cliente, commercializzando, in modo
spregiudicato, i dati “personali” delle stesse andando così contro i loro
interessi; ovvero porsi a completo servizio dell’impresa acquirente, dove la
principale funzione che le dovrà assicurare, è rappresentata dal completo
riserbo circa i dati comunicati come strategici ed una assistenza nella ricerca tra
le molteplici offerte, ponendosi così da filtro dei fornitori.
Gli infomediari del secondo tipo, sono quindi le associazioni di categoria, i
gruppi di acquisto organizzati e le comunità commerciali virtuali ed aggreganti,
dove l’impresa cliente può beneficiare della loro attività in quanto, i suddetti,
possono esercitare un potere ed una pressione verso l’offerta tale da rovesciare
la prospettiva del processo d’acquisto. Saranno i fornitori infatti a dover
ricercare l’azienda cliente, adeguandosi alle sue esigenze e non il contrario. I
buyer, interagiscono con l’infomediario il quale, oltre a ricercare il prodotto,
fornisce anche tutta una serie di informazioni sulle specifiche dello stesso
(almeno così come gli vengono fornite dai sellers) ed eventualmente le
opinioni di coloro che hanno precedentemente acquistato il medesimo bene (i
cosiddetti forum). Il valore aggiunto che può offrire l’infomediario, risiede
principalmente nelle condizioni di sconto che le aziende fornitrici possono
proporgli e che vengono poi rigirate alle acquirenti (incapaci di esercitare un
peso economico consistente a livello individuale nei confronti della
produttrice), dato che, raccogliendo le richieste, ma soprattutto analizzando i
bisogni di molte, ubicate anche molto lontano rispetto al fornitore, dà la
possibilità all’azienda di potersi affermare in un mercato irraggiungibile nel
contesto fisico, ma non in quello virtuale.
Il nuovo intermediario poi, onde
conquistare la fiducia delle imprese clienti e proporsi come un continuo punto
di riferimento, dovrà essere in grado di selezionare e proporre una gamma di
prodotti e servizi di interesse per il target di utenti prescelto, selezionare
un’ampia gamma di soggetti che svolgono funzioni economiche diverse, ma
collegate e gestite unitariamente, tra cui produttori, distributori, fornitori di
servizi, ecc. e, cosa più importante, attivarsi con una politica incentrata sul
rispetto della sicurezza e della privacy. Nel momento in cui un’impresa è
intenzionata ad acquistare un prodotto online, non esiterà a ricercare il prodotto
tramite il suo infomediario di fiducia, proprio in virtù del fatto che oltre al
prodotto stesso, potrà beneficiare di un servizio globale in un clima di
partecipazione e condivisione della sua scelta.
Le principali tipologie di attività che gli infomediari possono svolgere,
concernono la creazione degli abbinamenti, dove l’infomediario, senza
conoscere appunto nessuna delle parti, combina le esigenze delle imprese
acquirenti, tramite la ricerca dei prodotti e dei servizi richiesti, con le migliori
offerte presenti sul Web. L’infomediario, deve creare un sistema fluttuante di
domanda ed offerta, fungendo da stanza di compensazione tra i buyers ed i
sellers. Queste organizzazioni, possono poi raccogliere ordinazioni per una
categoria di prodotti e servizi non ancora disponibile od esistente sul mercato,
individuando nel contempo, una possibile fonte di produzione ed erogazione di
tali prodotti e servizi, informando poi le imprese interessate non appena siano
disponibili i prodotti corrispondenti alle loro richieste. L’erogazione di
informazioni però, non concerne esclusivamente la disponibilità ed i prezzi dei
prodotti, ma anche eventuali svendite ed offerte particolari che le aziende
fornitrici possono praticare, ed allora ecco che lo stesso informerà per tempo
tutte le potenziali imprese che abbiano in un certo senso, dichiarato la
propensione ad acquistare quel bene, ovvero non lo abbiano acquistato in virtù
dei prezzi troppo elevati.
L'infomediario deve fornire inoltre, un servizio di consulenza sugli acquisti,
semplificando le scelte tramite una guida dettagliata, personalizzata ed
interattiva, che le aiuti nello scegliere, in pochi minuti, rispetto alle
numerosissime offerte catalogate. In Internet, emergono quindi, nuovi business
model che si propongono come intermediari delle informazioni. Saranno queste
nuove figure di intermediario a garantire i sellers che le informazioni sul
proprio conto, saranno utilizzate solo a loro vantaggio e non diffuse
indiscriminatamente a chiunque le richieda. I maggiori candidati, adatti a
rivestire questo nuovo ruolo, non saranno esclusivamente le grandi
organizzazioni informatiche o i vari portali come Yahoo!, Lycos, Exite o
Altavista, ma anche le piccole comunità verticali.
Queste, si prefiggono di divenire i principali punti di accesso alla rete
telematica per milioni di piccole imprese le quali, partecipando e condividendo
informazioni, contribuiscono esse stesse allo scambio di tutte quelle
conoscenze che risultino di difficile e costoso reperimento. Il ruolo degli
infomediari è quindi quello di evitare alle imprese, di annegare nelle
informazioni, ma soprattutto di arrivare a sviluppare partnership di settore.
In una ricerca condotta dalla Jupiter² , possiamo poi notare quali sono i fattori
chiave che permetteranno uno sviluppo degli acquisti online da parte delle
imprese che già operano in Internet. Ebbene, il 68% dei manager intervistati, si
dichiarerebbe pronto ad effettuare maggiori acquisti online per la propria
azienda, qualora i siti garantiscano, oltre a prezzi più bassi rispetto a quelli
praticati nel mercato tradizionale, un servizio dedicato alla logistica molto più
efficace (67%), qualora apportassero migliorie alla sicurezza relativa al
trattamento dei dati strategici (58%), un incremento delle possibilità di
confronto dei prodotti (42%) e delle informazioni ad essi associate (32%) ed
ancora una maggior fiducia verso i fornitori che propongono acquisti online (le
principali attività che l’infomediario svolge).
MOTIVAZIONE |
% |
Prezzi migliori |
68% |
Spedizioni più puntuali, sicure e meno costose |
67% |
Aumento della sicurezza per i dati aziendali |
58% |
Migliori possibilità di confronto dei prodotti |
42% |
Aumento delle informazioni relative alla merce |
32% |
Migliorie nella presentazione dei prodotti |
31% |
Maggior facilità nella ricerca dei prodotti |
30% |
Possibilità di essere consigliati nell’acquisto |
27% |
Maggior fiducia verso i fornitori virtuali |
27% |
Maggior semplicità nell’ordinazione del prodotto |
26% |
Maggior speditezza degli acquisti |
26% |
Maggior fiducia verso Internet |
19% |
Maggior familiarità verso Internet |
12% |
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